13. Storie di un fotografo di Quartiere

Si apre lentamente la porta, come sempre, prima di alzarmi spio, come i prestinai di una volta, mi piace vedere quel goccio di umanità dietro lo sguardo di chi varca la soglia, non vendo pane, non vendo verdure, vendo fotografie, vendo attimi, creo e vendo ricordi, chi entra vuole la tangibilità di un tempo passato, perchè niente e nessuno venga dimenticato, era il Signor Franco.
Franco ogni anno passa per chiedermi la stessa cosa, una cartolina, disegnata da me, da dare alla moglie Maria per l’anniversario e quest’anno sono 54 anni.
F: Alura? Come andiamo?
A: Eh, adesso bene, sono dovuto restare chiuso perchè ho preso il covid, ma ora sto bene.
F: Eh ml’han dit! Alura, go da fat fa una roba per l’aniversari, magari una cartulina da quei là!
Con molta calma tira fuori un piccolo porta documenti con dentro due piccole foto in bianco e nero sviluppate ai sali d’argento, come si facevano una volta, due piccoli capolavori sviluppati nel 1963 probabilmente dal Maestro Guglielmo Chiolini, in una fotografia c’era Franco e nell’altra c’era Maria, avevano circa vent’anni, a renderle fragili erano gli angoli delle fotografie, erano usurati con qulche piccolo strappo lungo i bordi, immagini rare come rubini.
A: Ci penso io, le faccio una bella grafica colorata con la data e i vostri 54 anni di matrimonio, chissà quanto sarà contenta sua moglie!!!
Franco fa una piccola risata e dice…
F: Mia moglie? Ma vaaa… La disa nient, glie la lascio lì e lei la trova. Non fraintedermi, lei è un po’ così ma non è cattiva, sai, ha i suoi problemi e non c’è molto spazio per queste cose, ma io le faccio lo stesso, è brava, è brava…
Lo diceva con tanta premura e tanto orgoglio, niente fuochi artificiali, niente feste fatte di spumante e torte, solo loro e i loro 54 anni di matrimonio, sempre insieme.
Lo guardo sorridendo e penso che un uomo così accanto a una donna così, ce ne siano tanti, siamo “noi” che non saremo mai abituati a vederli.
Scommetto un occhio che ogni anno la moglie regala a lui un sorriso di nascosto, uno di quelli silenziosi, mentre lava i piatti con i guanti di gomma rosa e lui guarda la solita TV, attimi fatti d’eternità.
Uno può dire “E che diamine, è solo una cartolina!!!”, beh no, no, è un vero e proprio rito, è un matrimonio che alza i pugni al cielo come l’ennesima tappa per un corridore, anche se esistono gli acciacchi, anche se oggi Franco trova solo il silenzio, in cor suo, sa che la moglie lo adora come il tutto.
Ho sempre creduto che l’amore non si possa spiegare, ma che si possa paragonare, queste storie fatte, non solo d’amore, ma fatte di faccende, problemi, malattie, silenzi, fatte di cultura, fatte di pura umanita, fatte di scorregge e di calzini sporchi, fatte di ruoli voluti, ecco, credo che siano come una lunga canzone, dove inizialmente si canta in due a squarciagola, con energia, dedizione, fatte di piccole pazzie, cose che pian piano si affievoliscono e resta solo la musica senza canti, una musica da ballare in silenzio fino alla fine.
Storie di un fotografo di quartiere, sì, il quartiere Vallone, un quartiere tranquillo.
Si apre lentamente la porta, come sempre, prima di alzarmi spio, come i prestinai di una volta, mi piace vedere quel goccio di umanità dietro lo sguardo di chi varca la soglia, non vendo pane, non vendo verdure, vendo fotografie, vendo attimi, creo e vendo ricordi, chi entra vuole la tangibilità di un tempo passato, perchè niente e nessuno venga dimenticato.
#costruttorediricordi
#COSTRUTTOREDIRICORDI
Storie di un fotografro di Quartiere.