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5. Storie di un fotografo di Quartiere

La porta si apre silenziosa, a volte suonano perché vedono il campanello e il cartello girato sull’esterno “Chiuso per servizio esterno”.

Come al solito sono nascosto dietro al bancone, sì, come i prestinai di una volta…. E dicevo la porta si apre silenziosa, anche se stavolta il campanello suona…

Un donnina con capelli a caschetto; in silenzio mette la mano nella borsa shopper marrone con i cani stampati, con la mano che tremava lenta allunga un green-pass plastificato che le feci io quest’estate ed esclama con accento bergamasco: “Me lo fa nuovo? Questo non vale più!”.

La guardo dall’alto e le dico con un sorriso “Ma certo signora, però ho bisogno il foglio della terza dose!”.

Mi guarda dal basso e mi dice: “Ce l’ho in casa, ma tanto io abito qua sopra al bar!” e resta ferma, mi fissa tremando lentamente.

Dovete sapere che questa signora, è vero che abita in Via Pinerolo, ma è la terza volta che viene qua e mi fa la stessa identica scena, ma stavolta è tornata con in mano la carta, controllo il Green-Pass ed in effetti è la terza dose della signora Serafina.

Le apro la sedia bianca e la faccio accomodare e lei col suo fare lento tremolante spicca un sorriso dagl’occhi e da dietro la grande mascherina mi dice : “Grazieeee…” e si siede… E’ così piccola che aspetta facendo dondolare il piedi dalla sedia, mentre si guardava intorno, guardava le foto appese.

Le do il Green-Pass plastificato di nuovo e lei midice : “Grazie! Quanto le devo?”.

Le rispondo che non mi doveva nulla: “Ma davvero, grazieee! Lo sa, mi è mancata una nipote, pensi, era l’unica che mi chiamava zietta, ci siamo sentiti prima delle feste e ci siamo detti che ci saremmo viste con calma dopo le feste, aveva 55 anni, è stata trovata morta in casa, poverina, pensi che adesso le fanno il funerale ma io non posso andare fino a Bergamo, non ho nessuno che mi accompagni, sa, è difficile affrontare queste cose quando si è in casa soli, mio marito è morto tre anni fa e la mente pensa e pensa e pensa e pensa, poverina, aveva 55 anni. Beh, la ringrazio per questo nuovo che mi ha fatto…”.

Io le rispondo: “Beh, anzitutto condoglianze signora Serafina e poi se si sente sola, venga qua che una sedia per lei c’è sempre”

Mi ringrazia e con il suo andamento lento tremolante esce dallo studio, la saluto dalla porta mentre dondolante si allontana.

#COSTRUTTOREDIRICORDI
Storie di un fotografro di Quartiere.

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